Valore del marchio: l’ammortamento “fiscale” più lungo non inficia la valutazione

Comunicazioni
20 Febbraio 2022

Nelle scorse settimane abbiamo ravvisato in alcune riviste specializzate una preoccupante tesi secondo la quale, a seguito del recente allungamento del periodo di ammortamento fiscale degli intangibili oggetto di rivalutazione nell’appena chiuso bilancio 2020, le valutazioni dei medesimi intangibili andrebbero in qualche modo riviste al ribasso.

La tesi degli estensori dell’articolo è legata al fatto che la componente di valore dell’intangibile marchio individuata nel cosiddetto “TAB – Tax Amortization Benefit”, qualora la determinassimo oggi, risulterebbe ridotta o, in alcune ipotesi, addirittura azzerata a fronte dell’estensione dell’ammortamento dei marchi da 18 a 50 anni oppure, dall’altro, della possibilità di rinunciare all’effettuata rivalutazione, così da poter chiedere a rimborso la prima rata dell’imposta sostitutiva nel frattempo versata. In sintesi, a quanto si comprende, tale tesi sosterrebbe la necessità di una “rimisurazione” del valore espresso nel bilancio 2020 per tener conto del cambiamento intervenuto nella variabile fiscale.

Ebbene, non si condivide questa lettura. Dal nostro punto di vista, il valore individuato in sede di predisposizione del bilancio, qualora effettuato in conformità ai PIV (Principi Italiani di Valutazione) e fatto proprio dall’organo di gestione, costituisce un valore contabile non assoggettabile a variabilità alcuna che non sia legata alla presenza di perdite durevole di valore e quindi al tema dell’eventuale non recuperabilità del valore di marchio iscritto alla luce dell’andamento gestionale prospettico della Società che lo possiede e utilizza. Ovviamente è fatto salvo il naturale processo di ammortamento deliberato dall’organo gestorio.

Inoltre, non si condivide il concetto per il quale la componente di valore TAB andrebbe ex post annullata nel caso in cui la Società decida di non avvalersi degli effetti fiscali della rivalutazione. Si comprende peraltro la tesi proposta: l’assenza di beneficio fiscale comporterebbe infatti un valore della componente di valore TAB pari a 0. Tuttavia, sfugge ai colleghi il fatto che la componente TAB viene calcolata, nella prassi valutativa internazionale e nazionale, indipendentemente dall’effettivo rilievo fiscale che l’intangibile in oggetto possa avere. Un esempio tra i diversi: spesso siamo chiamati ad effettuare delle Purchase Price Allocation per Società che devono iscrivere per la prima volta nel bilancio consolidato (specie se redatto secondo IAS/IFRS ma oramai di prassi anche se redatto con principi OIC) l’acquisizione di un’entità terza avendo riconosciuto nel prezzo un plusvalore per la presenza, nella società acquisita, di beni intangibili. Ebbene, è evidente che tali intangibili, emergendo solo nell’ambito del bilancio consolidato, non avranno alcuna effettiva rilevanza fiscale, purtuttavia, anche in questi casi, la miglior prassi a disposizione non discute nemmeno circa la determinazione o meno del TAB che viene invece applicato a prescindere.